Come sempre non c'è certezza, e ci si perde in mille dubbi. In quei milioni di se che non possono avere risposte. In quelle maledizioni che vien voglia di scagliare contro il cielo, contro tutto e tutti. E vien voglia di dire che non è giusto. Che è tutto assurdo... tutto sbagliato. Poi però se ripensi a Marco.  Se ripensi al suo sorriso da eterno bravo ragazzo. A quella sua passione innata e quasi spropositata per l'alpinismo. A quel suo entusiasmo coinvolgente. Allora non puoi fare a meno di immaginartelo nella sua ultima notte di bivacco sotto la Chandelle, l'ultima difficoltà. Lo pensi sotto quel cielo. Disteso su quel nido di roccia affacciato sul mondo. E sai che è proprio lì che voleva essere. Senti che quello era il suo posto. Quello che voleva.
Riesci a vedere il suo sorriso inconfondibile. Quasi riesci a catturare anche i suoi sogni. Avrà sicuramente pensato alla famiglia, a sua moglie, ai suoi bambini. E avrà pensato alle mille cose della vita. Da lassù, come spesso succede agli alpinisti, forse gli saranno sembrate più chiare. E poi magari avrà anche pensato a quanto si era allenato per questa salita. A quello che avrebbe fatto il giorno dopo. Alla vetta. Alla corsa verso casa, al grande abbraccio ai suoi figli.
Alla felicità. L'aveva fatto tante e tante volte. Perché era un uomo forte e sensibile Marco. Ed era un alpinista. Un grande alpinista, uno dei migliori. Anche se non lo dava a vedere. Anche se spesso minimizzava quello che faceva. Sarà che quella passione per le montagne, ereditata dal nonno Adolfo e da papà Aldo, ce l'aveva nel sangue da sempre.
A Lecco Marco Anghileri era considerato l' erede di Casimiro Ferrari, Riccardo Cassin e Bigio Mauri, tre pilastri dell'alpinismo lombardo. Si era avvicinato alle montagne da bambino, accompagnato dal papà Aldo (pioniere del VI grado) e dal nonno Adolfo (noto alpinista negli anni ’30). In solitaria nel 1999 aveva raggiunto la Nord della Solleder, nel gruppo Civetta, per poi conquistare le pareti dolomitiche, il pizzo Badile. Poi un incidente stradale 11 anni fa (una moto lo travolse) sembrò pregiudicare tutto: persino il dottor Costa, mago della MotoGP, era pessimista. Ma Anghileri fu più forte di tutto. Una carriera formidabile con imprese uniche, come la prima volta in solitaria la Via dei Bellunesi allo Spiz di Lagunaz (Pale di San Lucano), via aperta nel 1979 e ripetuta solo una volta nel 2004. In solitaria anche la ripetizione e invernale della “Stenico” alla Cima Su Alto in 5 giorni. Nell'inverno 1995-96 portò a termine in solitaria la “Via Sonia” alle Pale di San Lucano in 4 giorni, la “Via dei Finanzieri” alle Pale di San Lucano in 2 giorni; la “Via Olimpo” in Marmolada in 3 giorni; la “Via Casarotto” alla Cima della Busazza in Civetta (VII) in 3 giorni; la “Via Casarotto” alla Quarta Pala di San Lucano in 2 giorni. Nel 2009 concatenò in una sola giornata le vie “Taveggia”, “Eternium”, “Messico e Nuvole”, "Susanna Sotto le Gocce”, “Saronno ‘87”, “Anniversario”, “Cassin” e “Boga” in Medale per un totale di 2000 metri di sviluppo. Nel 2010 concatenò in 24 ore ben sei vie del grande Cassin: Medale, Torre Costanza, Torrione Palma, Sasso Carbonari, Sasso Cavallo, Pizzo Eghen con spostamenti a piedi. Nel 2011 aveva salito in solitaria “L’Ultimo Zar” alle Pale di San Lucano, le “Vie del Det” alla Punta Forcellino, al Torrione Costanza, al Sasso Cavallo e la “Via dei Ragni” al Torrione Cecilia.

Ciao Marco
 

Dopo la gradita notizia dell'ennesima impresa del nostro caro alpinista Marco Anghileri, compiuta sul Monte Bianco, stamani

mi ha raggiunto inaspettata la drammatica notizia della sua scomparsa, causa una caduta di seicento metri. Ho conosciuto 
Marco in occasione della proiezione che tenemmo a Pietrasanta per la sua impresa nell'ascensione solitaria della Solleder alla
Civetta, e lo voglio ricordare così, semplice, genuino e generoso. La famiglia e tutti gli amici della Sezione di Lecco possano 
sentire la stretta del mio fraterno abbraccio in questo tragico momento, unendo me e tutta la U.O.E.I. in un unico dolore.
Marcello Da Prato - Presidente Nazionale U.O.E.I.